Sbocciarono qui 130 milioni di anni fa e sono le giungle più antiche del mondo. Non solo, la Malesia ha anche un altro primato. Cresce soltanto qui la pianta parassita con il fiore più grande del pianeta, la Rafflesia, fino a un metro di diametro e dieci chili di peso: non profuma, anzi, sprigiona un odore non gradevole per l’uomo ma che attira gli insetti. Paese all’apparenza stravagante, dove si fanno gare di canto fra uccelli, soprattutto colombi, dove se un bambino non cresce bene si crede che cambiargli nome possa aiutarlo e dove, almeno nel Borneo, si vive nel terrore di Pontianak, il più terribile degli spiriti del luogo. Sesso femminile e crudeltà garantita, Pontianak si nasconde nei tronchi cavi degli alberi di banano e si accanisce contro gli uomini non sposati. Nella realtà la Malesia è uno stato musulmano senza integralismi: le donne indossano il velo soltanto se vogliono, molte vestono in jeans o minigonna. Tranne rare eccezioni, non ci sono spiagge separate e nello splendido mare si può fare il bagno tutti insieme: a Langkawi, Redang, Tioman, nelle isole Perhentian. Comprese le ultimi propaggini del Borneo, dove ci sono Labuan, l’isoletta di Lady Marianna, l’amata di Sandokan, e la città chiamata Sandakan, di fronte alle Filippine, che ispirò Emilio Salgari per raccontare tigri e pirati.